Chiesa Santa Maria di Costantinopoli e Archivio di Stato (ex Ospedale dei Poveri)
Situata nei pressi dell’antico Ponte della Catena e dell’omonima porta, la Chiesa di San Giuseppe è una delle più antiche testimonianze di fede della città.
Le sue origini risalgono almeno alla metà del XV secolo, quando è menzionata in un documento del 1448 con il nome di Santa Maria dell’Ospedaletto. All’epoca sorgeva al di fuori delle mura cittadine, in prossimità dell’ospedale dei poveri, del quale costituiva la cappella.
Da un inventario del 1596 emerge come la chiesa fosse particolarmente ricca di paramenti sacri e suppellettili in argento, segno del profondo culto e della generosità dei fedeli. In seguito, prese il titolo di Santa Maria di Costantinopoli, ispirandosi al suggestivo dipinto del XVI secolo tuttora conservato nella navatella sinistra, dove la Vergine è raffigurata secondo l’iconografia bizantina.
Dopo il terremoto del 1783, l’edificio venne restaurato e, con l’arrivo della Confraternita di San Giuseppe – che fino ad allora officiava nella chiesa di Santa Maria del Castello – assunse la dedicazione attuale. In quell’occasione, il preesistente soffitto ligneo fu sostituito dall’elegante volta settecentesca che oggi copre l’aula, e venne smantellato un grande vano superiore, probabilmente utilizzato come dormitorio, illuminato un tempo da un loggiato ad archi in parte murato nei secoli successivi.
Accanto all’edificio sorgeva, fin dal XV secolo, un ospedale per i poveri, poi rifondato nel XVI secolo grazie al lascito del nobile spagnolo Sigismondo Lopez, benefattore anche del monastero di Santa Maria della Scala. Di quell’antica istituzione rimane oggi la sede della Sezione locale dell’Archivio di Stato, custode della memoria storica.