Protoconvento Francescano
Sorto in un tempo in cui la fede e la povertà francescana si intrecciavano alla nascente storia di Castrovillari, il convento dei Frati Minori fu edificato nel 1220 per volontà del beato Pietro da Sant’Andrea della Marca Anconetana, inviato in Calabria dallo stesso San Francesco d’Assisi.
L’umile frate, giunto tra queste colline, ottenne il materiale di un antico monastero in rovina e iniziò la costruzione del complesso accanto a una piccola chiesa intitolata a Santa Maria del Lauro. Secondo la tradizione, il beato Pietro trovò qui anche il martirio: nel 1264, infatti, fu ucciso da un ebreo del luogo, Parrasio, che — dopo averlo catturato nel quartiere della Giudeca — gli pose sulla testa un tripode infuocato. Il corpo del martire fu sepolto nella chiesa del convento, oggi purtroppo scomparsa, ma il suo ricordo rimane impresso nella devozione cittadina.
Nel 1585, il ministro generale dell’Ordine, Filippo Gesualdi da Castrovillari, promosse un grande rinnovamento del complesso, dotandolo del tradizionale chiostro quadrato e di ampie celle. Un secolo dopo, nel 1671, fu un altro illustre castrovillarese, Marziale Pellegrini il giovane, anch’egli divenuto ministro generale, a curarne ulteriori ampliamenti.
I documenti del convento del 1704 raccontano la ricchezza spirituale e materiale del luogo: nella sagrestia si conservavano, in un piccolo scrigno dorato, il cappuccio del beato Pietro e, in un reliquiario d’avorio, un nodo del cordone di San Francesco d’Assisi, reliquia preziosa donata dal padre Gesualdi. Il campanile, con le sue tre campane – la maggiore datata 1312 – scandiva le giornate del convento, mentre nella chiesa si veneravano immagini e arredi di straordinaria fattura.
Nel 1731 venne completato un secondo chiostro, grazie al generoso lascito del barone Felice Pellegrini e intorno al 1750 fu avviata la costruzione della nuova chiesa conventuale, rimasta tuttavia incompiuta a causa della soppressione degli ordini religiosi del 1809, voluta dai francesi.
Con l’allontanamento dei frati, l’antico convento cambiò volto: dapprima ospedale militare, poi caserma e, infine, nella vecchia chiesa, prese vita il Teatro Sybaris, inaugurato nel 1845 grazie al patriota Carlo Maria L’Occaso. Il teatro, divenuto centro di vita culturale cittadina, fu poi chiuso nel 1883 e trasformato in infermeria del Distretto Militare. Durante la Seconda guerra mondiale, nel 1943, il complesso fu duramente colpito da un bombardamento alleato, ma la città non ne permise l’oblio: divenuto proprietà comunale, il convento è stato completamente restaurato e oggi ospita il Teatro Sybaris e il Sistema Museale della Città di Castrovillari (SIMuCCà). All’interno del museo trovano posto testimonianze di inestimabile valore, come il ciclo di affreschi provenienti dal casale di San Mauro, risalenti all’XI-XII secolo e originariamente appartenenti a un luogo di culto paleocristiano, oltre a un ricco patrimonio pergamenaceo custodito nella biblioteca annessa.