Palazzo di Città - Già convento delle Clarisse

L’attuale Palazzo di Città di Castrovillari nasce da una storia di trasformazioni che intreccia spiritualità e vita civile. Le sue origini risalgono alla fine del Settecento, quando, nel 1794, ebbero inizio i lavori per la costruzione del monastero delle Clarisse, consacrato poi nel 1804. Per più di un secolo il luogo fu dimora silenziosa di preghiera e contemplazione, resistendo persino alla soppressione degli ordini religiosi voluta dai francesi nel 1809. Solo nel 1906, con la partenza delle ultime monache, il monastero chiuse definitivamente le sue porte alla vita claustrale.


Da quel momento l’edificio iniziò una nuova vita: divenne sede del Municipio, simbolo della Castrovillari moderna e della sua amministrazione civica. I lavori di ristrutturazione, affidati all’ingegnere Alfredo La Greca e all’artista Francesco Paonessa per il disegno della facciata, furono portati a termine nel 1933. Il risultato fu un elegante esempio di architettura eclettica, che seppe fondere la solidità dell’antico convento con la monumentalità di un palazzo pubblico.


All’interno, il chiostro delle monache, un tempo aperto sul giardino, conserva ancora il suo fascino discreto. Al centro si trova una graziosa fontana, dietro la quale si apre la sala consiliare, ampia e luminosa, oggi cuore della vita politica cittadina.


Accanto al palazzo sorge la Chiesa di San Francesco di Paola, anch’essa legata alla storia del complesso. Ricostruita quasi interamente negli anni Settanta del Novecento – ad eccezione della facciata originaria – mostra eleganti stucchi del 1895 e un campanile completato nel 1934 con l’aggiunta del loggiato delle campane.


L’interno, a navata unica, custodisce autentici tesori d’arte: un altare in marmi policromi del 1772, la statua seicentesca di San Francesco di Paola, un dipinto cinquecentesco della Madonna del Castello e una tela di Francesco Antonio Algaria, datata alla fine del XVIII secolo, che raffigura Santa Chiara, antica titolare del luogo sacro.


Tra le mura del Palazzo di Città e la vicina chiesa si intrecciano così le voci della fede e della vita pubblica, restituendo il racconto vivo di una Castrovillari che ha saputo rinnovarsi nel tempo senza perdere la sua anima.