Palazzo Gallo
Tra le architetture più maestose di Castrovillari si distingue il Palazzo Gallo, testimonianza dell’eleganza e del gusto ottocentesco che segnarono un’epoca di rinnovamento urbano e culturale per la città. Fu Ambrogio Gallo, dei Marchesi Gallo, a volerne la costruzione nel 1856.
I lavori si protrassero per diversi decenni e il palazzo venne completato soltanto negli anni Ottanta del XIX secolo, seguendo un modello architettonico ispirato ai grandi esempi napoletani di Ferdinando Sanfelice, allora ancora in voga nelle province del Regno.
Le facciate presentano un ritmo elegante di lesene corinzie che si alternano a grandi balconi con ringhiere in ferro a colonnine, donando alla struttura un’aria solenne ma armoniosa. Il portale in pietra, imponente e raffinato, introduce nel vestibolo decorato a stucchi, da cui si accede al cortile interno: qui si apre uno scalone monumentale dalle ampie arcate, vera meraviglia di equilibrio e grazia.
I saloni interni sono impreziositi da soffitti dipinti nel 1889, opera di celebri artisti dell’epoca: Salvatore Cozzolino, decoratore del rinomato Caffè Gambrinus di Napoli; Giuseppe Miraglia, maestro castrovillarese tra i più noti tra Ottocento e Novecento; e Ulrico Schettini Montefiore, che nel 1986 aggiunse un tocco moderno con un grande affresco dedicato al mito di Sibari, riportando così l’antica leggenda nel cuore della città.
Sul lato sinistro del complesso si erge il Palazzo Vecchio, costruito nel 1576 dal notaio Roberto Baratta come monastero benedettino. Rimasto tale fino al 1809, fu acquistato l’anno seguente da Gaetano Gallo, che lo trasformò progressivamente nell’attuale residenza di famiglia. Del convento originario sopravvivono la scala monumentale e parte della chiesa di San Benedetto, oggi adibita ad altri usi. Lo stesso Gaetano Gallo, insignito del titolo di Marchese da Ferdinando II di Borbone nel 1849, fu figura di grande rilievo culturale: appassionato di archeologia del territorio, raccolse una vasta collezione di reperti greci e romani, in gran parte purtroppo dispersa nel tempo.