Chiesa della SS. Trinità
Di fronte al maestoso Castello Aragonese, si erge la Chiesa della Santissima Trinità, nota anche come Chiesa Nuova, uno degli edifici sacri più rappresentativi dell’Ottocento castrovillarese.
La sua facciata in mattoni rossi, sobria e incompiuta, nasconde una storia lunga e travagliata, segnata da secoli di devozione, ostacoli e rinascita. La costruzione ebbe inizio intorno al 1750, come chiesa annessa al convento di San Francesco d’Assisi, grazie al generoso lascito del barone Felice Pellegrini, fratello di Marziale Pellegrini, ministro generale dell’Ordine Francescano. Tuttavia, le difficoltà economiche e le dispute familiari rallentarono i lavori, che proseguirono per decenni. Quando nel 1809 il convento venne soppresso dai decreti napoleonici, dell’edificio erano stati completati soltanto la tribuna e i due corpi laterali della sagrestia e del cappellone del Sacro Cuore.
Nel 1816 la chiesa passò al clero secolare, che decise di completarla per farne la nuova parrocchia della parte moderna della città, ormai distante dalle antiche chiese di Santa Maria del Castello, San Pietro la Cattolica e San Giuliano. In quell’occasione, la stessa chiesa di San Pietro fu demolita per recuperare materiali da impiegare nella nuova costruzione, che avanzò lentamente fino alla metà dell’Ottocento. Fu solo nel 1847, con l’unione dei tre cleri castrovillaresi, che i lavori ripresero con nuovo slancio. La Chiesa della Santissima Trinità venne solennemente inaugurata la Domenica delle Palme del 1852, pur restando incomplete alcune parti: la cupola, ancora oggi coperta da una struttura lignea provvisoria e la facciata, mai intonacata né arricchita degli elementi ornamentali previsti.
L’interno, ampio e luminoso, conserva arredi sacri provenienti da chiese e monasteri soppressi, come l’altare di Sant’Anna e il raffinato ciborio in madreperla dell’altare maggiore, provenienti dal convento dei Cappuccini. Gli stucchi, realizzati nel 1860 da Vincenzo Forte di Calvanico, e la cantoria in ferro e ghisa costruita alla fine del secolo, aggiungono note di eleganza discreta all’austerità dell’aula. Nella tribuna si conserva il dipinto raffigurante la Santissima Trinità, opera del pittore Raffaele Aloisio di Aiello Calabro, commissionata da membri della borghesia cittadina. Nel transetto sinistro riposano le spoglie del colonnello garibaldino Giuseppe Pace, mentre nella sagrestia si custodiscono preziosi paramenti liturgici ottocenteschi, ricamati in oro, e l’archivio del clero.
Oggi la Chiesa della SS. Trinità rimane un punto di riferimento spirituale e architettonico, un simbolo della tenacia e della fede di una comunità che, tra difficoltà e rinascite, ha saputo costruire la propria storia pietra dopo pietra.